La Corte di Cassazione, con sentenza n. 2386 del 29 gennaio 2019, confermando un principio di diritto ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità, ha sancito la facoltà per l’Amministrazione finanziaria di utilizzare le risultanze delle indagini su conti correnti bancari intestati a soggetti terzi rispetto all’imprenditore, anche se legati da vincoli familiari o d’affari, esclusivamente nel caso in cui sussista la prova che l’intestazione a terzi sia fittizia o comunque che i movimenti risultanti su tali conti siano sostanzialmente imputabili ad attività non dichiarate del contribuente. L’aggiornamento riporta il testo integrale della sentenza della Suprema Corte n. 2386 del 29 gennaio 2019.
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