L’art. 230-ter c.c. riconosce espressamente al convivente di fatto, che presta stabilmente la propria opera all’interno dell’impresa dell’altro convivente, una partecipazione agli utili dell’impresa familiare ed ai beni acquistati con essi, nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all’avviamento, commisurata al lavoro prestato. L’aggiornamento riporta un fac simile di atto di riconoscimento dell’impresa familiare, redatto nella forma dell’atto pubblico, con il quale le parti – stabilmente unite ai sensi dell’art. 1, commi 36 e seguenti, della Legge 20 maggio 2016, n. 76 – possono formalizzare l’impresa familiare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 230-ter c.c. e dell’art. 5, comma IV, D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.
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