La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 3852 del 17 febbraio 2020, pronunciandosi nuovamente sulla vexata quaestio dell’individuazione dei beni comuni in ambito condominiale, ponendosi in continuità con quanto già sostenuto dalle Sezioni Unite (Cass., SSUU, sent. n. 9449/1993), ha enunciato il principio di diritto in virtù del quale l’individuazione delle parti comuni di un edificio, così come contenuta nell’art. 1117 c.c., non si limita a formulare una mera presunzione di comune appartenenza a tutti i condomini che non può essere vinta con qualsiasi prova contraria, ma stabilisce la proprietà comune di quei beni finendo così per poter essere superata solamente da opposte risultanze di quel determinato titolo che ha dato luogo alla formazione del condominio per effetto del frazionamento dell’edificio in più proprietà individuali.
Questo aggiornamento è disponibile in formato MS Word e Portabile pdf